Commercio USA-UE: una bussola

In un’eventuale guerra commerciale fra UE e Stati Uniti, gli Stati Uniti avrebbero un rilevante fattore di vantaggio, consistente nel fatto che l’importanza degli USA come partner commerciale dell’UE è maggiore dell’importanza dell’UE per gli Stati Uniti. Le differenze in termini di forza economica diventerebbero abissali se gli Stati UE si presentassero in ordine sparso e non come un unico blocco. I controdazi di un singolo Paese europeo sarebbero pressoché irrilevanti per gli Stati Uniti. È quindi essenziale che la risposta ai dazi americani sia europea, come peraltro dovrebbe essere dato che il commercio estero è una materia di competenza dell’UE e non degli Stati nazionali. Avendo Trump affermato che intende imporre dazi uguali a quelli di altri Paesi verso gli USA, rileva il fatto che sulla maggior parte dei prodotti i dazi UE sull’import dagli Stati Uniti sono maggiori dei dazi USA sull’import dall’UE, ma in genere le differenze sono molto piccole. Inoltre su molti prodotti vale l’opposto; ci si chiede quindi se gli Stati Uniti vorranno ridurre i loro dazi su questi prodotti. Un possibile punto di forza dell’UE consiste nel fatto che molti beni importati dagli Stati Uniti sembrano avere un’alta elasticità di domanda; quindi, i controdazi avrebbero effetti importanti sulla produzione USA. Per converso, i dazi USA sul made in UE sembrano avere un effetto relativamente modesto sulle quantità; in altre parole, i consumatori USA sono disposti a comprare prodotti made in UE anche ai prezzi più alti. I dazi imposti da Trump su acciaio e alluminio avranno effetti di rilievo sul settore colpito, ma un effetto contenuto sull’Unione europea nel suo insieme, in quanto l’UE esporta solamente 8 miliardi di dollari (lo 0,04% del Pil) sui 49 totali importati dagli Stati Uniti.

 

Fonte. OCPI

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