Impatto ecologico della collisione nel mare del Nord: analisi delle conseguenze ambientali

La collisione avvenuta il 10 marzo 2025 nel Mare del Nord tra la petroliera MV Stena Immaculate e la nave cargo Solong ha generato un’emergenza ambientale di rilevanza internazionale, caratterizzata dallo sversamento di carburante per aeromobili (Jet-A1) e cianuro di sodio. Questo incidente offre un caso studio critico per valutare gli effetti degli inquinanti chimici e petroliferi sugli ecosistemi marini, con implicazioni dirette sulla biodiversità, le catene trofiche e i processi di recupero ambientale.
La collisione, avvenuta in condizioni di scarsa visibilità a circa 16 km dalle coste dello Yorkshire, ha provocato la rottura di un serbatoio della Stena Immaculate, rilasciando 18.000 tonnellate di Jet-A1, un carburante a base di cherosene con bassa viscosità ma elevata tossicità per gli organismi marini. Contemporaneamente, la nave Solong trasportava 15 container di cianuro di sodio, un composto altamente tossico che inibisce la respirazione cellulare e può causare morie massive nella fauna acquatica. La combinazione di questi due inquinanti—idrocarburi leggeri e sostanze chimiche nocive—crea uno scenario complesso, in cui gli effetti sinergici amplificano i danni ecologici.

Comportamento degli inquinanti in mare

Il Jet-A1, essendo meno denso dell’acqua, tende a formare una pellicola superficiale che riduce lo scambio gassoso tra atmosfera e oceano, limitando l’ossigenazione dell’acqua e ostacolando la fotosintesi del fitoplancton. In acque basse e riparate, come quelle vicino all’estuario dell’Humber, la concentrazione di idrocarburi può raggiungere livelli critici, favorendo la formazione di “pavimenti asfaltati”—aggregati solidi di petrolio e sedimenti che persistono per anni, impedendo la colonizzazione di piante e invertebrati bentonici.
Il cianuro di sodio, solubile in acqua, si diffonde rapidamente nella colonna d’acqua, raggiungendo concentrazioni letali per pesci, crostacei e mammiferi marini. Studi condotti nel Mare del Nord hanno dimostrato che concentrazioni superiori a 0,1 mg/l sono sufficienti a causare mortalità acuta in specie sensibili come il merluzzo atlantico (Gadus morhua) e le aringhe (Clupea harengus).

Impatto potenziale sugli organismi marini

Tossicità del Jet Fuel: il carburante per jet, sebbene meno viscoso rispetto ad altri tipi di petrolio, può ancora causare danni significativi agli organismi marini. Gli idrocarburi presenti nel Jet-A1 possono essere tossici per pesci e invertebrati, portando a morte se entrano in contatto diretto con questi organismi.
Effetti del cianuro di sodio: il cianuro è estremamente tossico e può inibire l’assorbimento di ossigeno negli organismi marini, portando a morte rapida. Se il cianuro interagisce con l’acqua di mare, potrebbe rilasciare gas di cianuro idrogenato, che è altamente pericoloso per la fauna marina e le squadre di soccorso.

Effetti sulla avifauna e mammiferi marini

L’area interessata dallo sversamento è un habitat cruciale per uccelli marini come il gabbiano tridattilo (Rissa tridactyla) e la sula bassana (Morus bassanus), che, coprendosi di idrocarburi, perdono la capacità di termoregolazione e di volo. I mammiferi marini, tra cui focene (Phocoena phocoena) e foche grigie (Halichoerus grypus), sono esposti a rischi diretti attraverso l’ingestione di prede contaminate o l’inalazione di composti volatili tossici.

Conseguenze a medio-lungo termine

Alterazione delle reti trofiche
La contaminazione da Jet-A1 e cianuro può innescare un collasso delle popolazioni chiave, con effetti a cascata sull’intero ecosistema. Ad esempio, la riduzione dei copepodi—organismi alla base della catena alimentare—compromette la sopravvivenza di pesci predatori e uccelli ittiofagi. Studi post-incidente nel Golfo del Messico (Deepwater Horizon, 2010) hanno evidenziato come il declino del fitoplancton porti a una riduzione del 30-40% della biomassa ittica entro cinque anni.
Bioaccumulo e effetti cronici
Gli IPA presenti nel carburante sono noti per bioaccumularsi nei tessuti lipidici degli organismi, con effetti cancerogeni e genotossici osservati in crostacei e pesci di fondo come la platessa (Pleuronectes platessa). Il cianuro, sebbene meno persistente, può legarsi ai sedimenti marini, rilasciando gradualmente ioni tossici che inibiscono la rigenerazione dei fondali.

Comparazione con casi storici e modelli predittivi

Lezioni dal passato: il caso della Prestige (2002)
L’incidente della petroliera Prestige al largo della Galizia mostrò che gli idrocarburi leggeri possono penetrare fino a 30 cm nei sedimenti sabbiosi, rendendo inefficaci le operazioni di pulizia meccanica. Similmente, nel Mare del Nord, la presenza di correnti tidali moderate (2-3 nodi) potrebbe diffondere gli inquinanti verso aree sensibili come le paludi salmastre di Spurn Head, habitat critici per migratori come il piovanello maggiore (Calidris canutus).

Proiezioni per il recupero ambientale

Modelli basati sull’incidente della Deepwater Horizon suggeriscono che il ripristino completo delle comunità bentoniche richiederà 12-15 anni, a causa della lenta degradazione degli IPA e della tossicità residua del cianuro. Tuttavia, in assenza di ulteriori perturbazioni, la resilienza naturale degli ecosistemi potrebbe accelerare il processo, favorita da specie pioniere come il verme polichete Capitella capitata, noto per colonizzare ambienti contaminati.

Misure di mitigazione e quadro normativo

Protocolli di intervento e tecnologie emergenti
L’applicazione della Convenzione MARPOL 73/78, che regola lo sversamento di idrocarburi, impone l’uso di skimmer e barriere galleggianti per contenere la diffusione del petrolio. Tuttavia, per il cianuro di sodio, non esistono protocolli standardizzati, rendendo necessario l’impiego di agenti chelanti per neutralizzare la tossicità. Prove recenti con nanoparticelle di ossido di ferro hanno dimostrato efficacia nel legare il cianuro, riducendone la biodisponibilità del 70%.
Rafforzamento delle politiche preventive
L’incidente sottolinea l’urgente necessità di aggiornare gli allegati della MARPOL per includere sostanze chimiche come il cianuro, attualmente non coperte dalle normative esistenti. In parallelo, l’adozione di sistemi di tracciamento in tempo reale per navi che trasportano carichi pericolosi—simili a quelli utilizzati nella Stena Immaculate—potrebbe prevenire collisioni future, specialmente in condizioni meteorologiche avverse.

Conclusione

L’incidente nel Mare del Nord rappresenta un monito sulla vulnerabilità degli ecosistemi marini agli sversamenti di sostanze pericolose. Mentre gli effetti immediati includono morie di fauna e contaminazione degli habitat, le conseguenze a lungo termine—quali alterazioni delle reti trofiche e bioaccumulo—richiedono decenni per essere mitigate. La risposta a tali crisi deve fondarsi su un approccio integrato, che combini tecnologie avanzate, rafforzamento normativo e ricerca scientifica continua, al fine di preservare la biodiversità e garantire la sostenibilità degli oceani.

Fonti:
1. https://www.sincem.unibo.it/images/tesi/tesi_Cutarella.pdf
2. http://www.csun.edu/~dorsogna/nodrill/Elsa2_B.R268.RG/OSSERVAZIONI_Elsa2_MariaRita.pdf
3. https://www.iconaclima.it/estero/grave-incidente-marittimo-nel-mare-del-nord-urgenza-di-transizione-energetica/
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5. https://www.ilgiornale.it/news/politica/scontro-petroliera-e-nave-cargo-salvi-equipaggi-si-valuta-2449727.html
6. https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/03/10/gb-collisione-fra-petroliera-e-cargo-fuoco-a-bordo_44eb8c31-dc98-46d6-9e87-a5d8fbcd944a.html
7. https://thesis.unipd.it/retrieve/ef20bcc8-dfce-4a1a-aafa-8b3dfe599e05/Granziol_Lisa.pdf
8. https://www.avvenire.it/mondo/pagine/rischio-disastro-ambientale-nel-mare-del-nord
9. https://www.maxcom.it/wp-content/uploads/2020/01/Jet-A1_MAXCOM_R02_02-03-2016.pdf
10. https://tg24.sky.it/mondo/2025/03/11/regno-unito-collisione-navi-mare-del-nord-news
11. https://elearning.unite.it/mod/resource/view.php?id=114584
12. https://www.lifegate.it/petroliera-mare-del-nord-incidente
13. https://notizie.virgilio.it/collisione-tra-petroliera-e-nave-cargo-nel-mare-del-nord-allarme-per-danni-ambientali-cosa-trasportavano-1666112
14. http://dma.dima.uniroma1.it:8080/STAFF2/iama18.pdf
15. https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/gb-collisione-petroliera-cargo_94917677-202502k.shtml
16. https://www.repository.unipr.it/bitstream/1889/3905/1/TESI%20LAUREA%20LAMPERTI%20.pdf
17. https://www.isprambiente.gov.it/contentfiles/00010300/10390-rapporto-149-sversamenti-di-petrolio.pdf
18. https://www.ilsole24ore.com/art/collisione-petroliera-e-cargo-mare-nord-AGcW1dRD
19. https://www.economia.news/article/04110/collisione-petroliera-cargo-mare-nord-rischio-ambientale-operazioni
20. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/10/collisione-tra-una-petroliera-militare-usa-e-un-cargo-tedesco-allarme-al-largo-delle-coste-britanniche-nel-mare-del-nord/7907508/

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