ReArm Europe o ReBrain Europe? Ripensare l’Europa tra difesa e ricerca

La recente proposta della Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, di mobilitare oltre 800 miliardi di euro per il piano “ReArm Europe” ha riacceso il dibattito su quali siano le vere priorità strategiche per il futuro del continente. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la base industriale della difesa, colmare gap tecnologici e garantire la sicurezza europea in un contesto di crescente incertezza geopolitica[1][8]. Tuttavia, questa scelta solleva interrogativi profondi: l’Europa deve davvero destinare risorse senza precedenti alla difesa, o dovrebbe invece investire con altrettanta decisione su ricerca, innovazione e capitale umano?

Mentre l’Unione Europea si prepara a sospendere temporaneamente le regole di bilancio per favorire l’aumento della spesa militare, negli Stati Uniti si assiste a un’ondata di tagli ai finanziamenti per la ricerca universitaria. Il caso di Harvard, che ha visto congelare oltre 2 miliardi di dollari di fondi federali, è solo la punta dell’iceberg di una tendenza più ampia che colpisce anche istituzioni come MIT, Brown e Cornell[3][4]. Questi tagli stanno già spingendo numerosi ricercatori statunitensi – e non solo – a guardare con crescente interesse all’Europa, dove molte università e istituzioni scientifiche stanno attivando programmi per attrarre talenti e laboratori di eccellenza[2][7][12].

In questo scenario, si fa strada la proposta di un vero e proprio “ReBrain Europe”: un piano europeo per la ricerca e l’innovazione di pari ambizione rispetto a quello per la difesa. Secondo il rapporto Draghi, per colmare il divario con Stati Uniti e Cina, l’UE dovrebbe portare gli investimenti in R&S a 750-800 miliardi di euro annui, raggiungendo finalmente l’obiettivo del 3% del PIL fissato da oltre vent’anni ma mai realizzato[11]. Il nuovo piano strategico Horizon Europe 2025-2027 già prevede un rafforzamento delle risorse per la scienza di eccellenza, la digitalizzazione e la competitività industriale, ma le università chiedono maggiore attenzione anche alla ricerca di base e alla circolazione dei talenti[5][6][10].

Il momento è favorevole: la riduzione dei finanziamenti negli USA e le incertezze politiche stanno generando una “tempesta perfetta” per il rientro dei cervelli europei e l’attrazione di nuovi talenti dall’estero[7][9]. In Germania, Francia, Paesi Bassi e Belgio sono già attivi programmi per facilitare il trasferimento di ricercatori e la creazione di nuovi laboratori, mentre la Commissione valuta strumenti come un “passaporto per la scienza” e incentivi specifici per la mobilità accademica[7][12]. Tuttavia, solo il 13% degli scienziati europei all’estero dichiara oggi di voler rientrare, segno che serve una svolta concreta nelle politiche di accoglienza e nei finanziamenti[9].

Le domande che l’Europa deve porsi sono dunque urgenti:

– Ha senso investire centinaia di miliardi nella difesa senza un analogo sforzo per la ricerca e l’innovazione?

– Come può l’UE diventare davvero attrattiva per i migliori talenti globali e per i “cervelli in fuga” europei?

– Quali strumenti servono per facilitare il rientro e l’inserimento di ricercatori e scienziati, creando un ecosistema competitivo e stabile?

– È possibile immaginare una strategia che metta al centro la “sicurezza della conoscenza” e la sovranità tecnologica, oltre a quella militare?

Ripensare l’Europa oggi significa scegliere quale futuro costruire: una potenza militare o una potenza della conoscenza? Forse la vera sicurezza, anche in tempi di crisi, si conquista investendo nelle menti, nella scienza e nella capacità di innovare.

Citazioni:

[1] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_793

[2] https://www.chemistryworld.com/news/europe-offers-refuge-to-americas-researchers/4021201.article

[3] https://www.nbcnews.com/news/us-news/universities-sue-energy-department-research-funding-cuts-rcna201283

[4] https://www.washingtonpost.com/science/2025/04/15/federal-funding-cuts-harvard/

[5] https://research-and-innovation.ec.europa.eu/funding/funding-opportunities/funding-programmes-and-open-calls/horizon-europe/strategic-plan_en

[6] https://errin.eu/news/horizon-europe-strategic-plan-2025-2027-out

[7] https://www.reuters.com/world/scientists-us-harried-by-trump-cuts-turn-towards-europe-2025-04-11/

[8] https://www.dw.com/en/eus-von-der-leyen-proposes-800-billion-defense-plan/a-71819582

[9] https://amsacta.unibo.it/4756/1/534.pdf

[10] https://sciencebusiness.net/news/research-and-innovation-gap/eu-will-focus-funds-strategic-technologies-boost-competitiveness

[11] https://scienceeurope.org/news/research-funding-at-the-forefront-of-eu-strategy-in-the-draghi-report/

[12] https://sciencebusiness.net/international-news/europe-could-be-haven-us-researchers-says-erc-president

[13] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/el/statement_25_673

[14] https://www.agensir.it/quotidiano/2025/3/11/eu-parliament-von-der-leyen-to-meps-kremlin-is-spending-more-than-all-of-europe-surge-in-eu-defence-is-needed/

[15] https://www.statista.com/chart/34051/eu-plan-to-boost-defense-spending/

[16] https://www.newslettereuropean.eu/rearm-europe-and-its-impact-on-energy-security/

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