Frammentazione geopolitica e crisi del principio della nazione più favorita: un ostacolo per l’Agenda 2030
Ad aprile 2025, il sistema commerciale globale sta affrontando una crisi senza precedenti. L’introduzione dei nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump, con tariffe che arrivano fino al 49% su alcune importazioni, rappresenta un attacco diretto al principio della ‘nazione più favorita? (Most Favoured Nation, MFN), che garantisce che i vantaggi tariffari concessi a un Paese siano estesi a tutti i membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), promuovendo equità e stabilità nel commercio internazionale.
L’abbandono di questo principio da parte degli Stati Uniti, che ora applicano tariffe differenziate su oltre 60 Paesi, sta generando una frammentazione geopolitica significativa. Paesi come Cina, Vietnam e Messico sono tra i più colpiti, con tariffe che superano il 30%, mentre l’Unione Europea e il Regno Unito affrontano rispettivamente dazi del 20% e 10% sulle loro esportazioni verso gli Stati Uniti.
Questa frammentazione sta accelerando la formazione di blocchi commerciali regionali. Accordi come il RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership) e il CPTPP (Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership) stanno guadagnando terreno, ma rischiano di escludere i Paesi meno sviluppati, aggravando le disuguaglianze globali. Inoltre, la competizione tra blocchi rende più difficile armonizzare gli standard ambientali e sociali necessari per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030.
La situazione è ulteriormente complicata dall’incapacità dell’OMC di risolvere le dispute commerciali. Il blocco dell’Appellate Body da parte degli Stati Uniti dal 2017 ha paralizzato il sistema di risoluzione delle controversie, lasciando questioni critiche in sospeso. Ad esempio, la Cina ha avviato una disputa contro i nuovi dazi statunitensi, ma senza un meccanismo funzionante per gestire gli appelli, le decisioni rimangono inefficaci.
Questa frammentazione geopolitica minaccia direttamente l’SDG 17 (Partnership per gli obiettivi), che richiede una cooperazione globale per affrontare sfide comuni come il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare. Inoltre, ostacola l’SDG 10 (Riduzione delle disuguaglianze), poiché i Paesi esclusi dai blocchi commerciali regionali rischiano di essere ulteriormente marginalizzati.
Per evitare che queste tensioni compromettano l’Agenda 2030, è essenziale rafforzare il sistema multilaterale attraverso un rinnovato impegno verso il principio MFN. Inoltre, è necessario integrare disposizioni sugli SDGs negli accordi regionali e creare meccanismi inclusivi per supportare i Paesi vulnerabili. Solo attraverso una cooperazione globale sarà possibile superare le divisioni geopolitiche e costruire un futuro sostenibile per tutti.
Fonti
– SeaRates Blog: “Trump Tariffs in April 2025”
– Coface: “How geopolitical tensions are reshaping global trade”
– KPMG Meijburg: “US Imposes New Tariffs Starting April 2025”
– CEPR: “US reciprocal tariffs: Upending the global trade policy landscape”
– Dentons: “Navigating tariffs – regulatory considerations and contractual safeguards”